ANNO 14 n° 119
Peperino & Co.
Fontana Grande:
e l'appassionata ricerca
formale di Zucchi
>>>> di Andrea Bentivegna <<<<<
18/07/2015 - 01:00

di Andrea Bentivegna

VITERBO - Erano gli anni ’50 quando un giovane Giuseppe Zucchi, lo stesso che di lì a qualche anno avrebbe plasmato il celeberrimo ''Volo d’Angeli'', iniziò ad avvicinarsi alla scultura. Lo fece modellando un’elegante riproduzione di Fontana Grande. Era affascinato dalla figura di Benvenuto Cellini, lo scultore fiorentino del Perseo, ed è proprio in omaggio a lui che decise di realizzare la piccola opera in bronzo.

L’opera suscitò un certo risalto sulla stampa locale dell’epoca e in particolare in un’intervista, il giovane autore affermò di aver riprodotto la più illustre delle fontane viterbesi priva delle guglie che si innalzano al centro dalle vasche, questo perché, affermava con sicurezza, rappresentavamo ''solo una tarda aggiunta''.

Fontana Grande infatti ha un’origine antica, il suo aspetto attuale risale addirittura al 1279, eppure già prima di allora ve ne era un’altra nello stesso luogo. Sappiamo per certo che un primo restauro fu apportato nel 1424 mentre solo nel Settecento furono aggiunte le guglie di cui si parlava poco fa.

Per lo storici Scriattoli questa modifica non guasta l’armonia dell’insieme, ma di certo va a sostituire altri pezzi decorativi che erano precedentemente al posto delle odierne guglie. L'esperto  ipotizza anche una ricostruzione di come la fontana apparisse prima di questo intervento e, basandosi su un’incisione del Bussi, ritiene che al loro posto in precedenza ci fossero ''busti di persone e leoncini accovacciati''.

Al contrario, Zucchi ribadiva, probabilmente a ragione, che le guglie fossero sì un’aggiunta ma che non rimpiazzassero un’altra figura decorativa e che piuttosto l’elegante fusto apparisse più slanciato e armonico senza questi elementi.

Questo fatto deve aver però segnato la memoria dello stesso Zucchi, che nel 1967 lasciò a bocca aperta l’intera città realizzando una nuova, rivoluzionaria Macchina di Santa Rosa, il mitico Volo d’Angeli. Fontana Grande tornava protagonista della sua opera nella quale ne venivano riproposte fedelmente la base, i vasconi quadrilobati e proprio le discusse guglie.

Tuttavia queste ultime non dovevano convincere il carismatico progettista nemmeno questa volta tanto è vero che, complice il grande successo della Macchina che si meritò un proroga sino al 1978, ad un certo punto l’autore decise di modificarla e naturalmente la prima cosa che andò rimuovere furono proprio le guglie insieme alle quali sparirono anche i vasconi. La macchina, comegià accaduto per la fontana, acquistò uno slancio che la faceva apparire ancor più scultorea e vertiginosamente alta.

Questo intreccio particolare tra la storia di un monumento così importante e le vicende di una delle figure più emblematiche per la recente tradizione viterbese dimostra, ancora una volta, lo strettissimo e indissolubile legame che sussiste tra la città e l’estro dei propri artisti e come questo influenzi il loro lavoro allora come oggi.





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